La biundéina di Rubiera
Ascolta l'inizio:
Dal disco:
Cantare, perché?
[ voci virili ]
La biundénna di Rubiera
per la strada la se ne va,
la se ne va
e li la incontra
la sô mâma
e la i dîs che l'é malè.
Se sei malata vai di sopra
vai di sopra a riposar,
a riposar
e li l'é bèla,
riccia e bionda
la li dà soddisfazion.
La soddisfazion l'é quèla
di tenere una bionda in cà,
'na bionda in cà
e non lasciarla
andar di fuori
a far l'amor con i soldà.
I soldà son traditori
che l'amore lo san ben far,
lo san ben far
loro impromettono
di sposarla
poi la lasciano in libertà.
Ci troviamo di fronte ad uno dei canti più noti e diffusi della tradizione popolare italiana.
Il fatto che le varie versioni, anche di regioni lontane, siano straordinariamente simili fa pensare che si tratti di composizione relativamente recente e forse di derivazione semipopolare (cioè nata da un cantastorie e diffusa col «foglio volante»).
Infatti la nostra bionda (qui di Rubiera, più spesso di Voghera, ma anche di Chiaprera, Novara, Offlaga, Corniglio, Rovegliana, oppure «la figlia di Ulalia» o «del borghese») se ne va a lavorare (a prender l'acqua, a segar l'erba, a mondare il riso) o a passeggiare e quando il sole picchia si siede. Passa un giovane (che può anche essere un soldato, il suo primo amore, un ufficiale o addirittura la truppa) che le da un bacio. Torna a casa e racconta tutto alla mamma (in una sola versione al papà) che le dice d'andare a letto che ci penserà lei.
Il giorno dopo la madre va dal sindaco (a volte è il giudice, o il medico) e chiede soddisfazione.
La risposta è costantemente: «tenete la figlia in casa e non lasciatela andar coi soldati che sono traditori».
Questo l'impianto tipo del canto: qualche soluzione diversa la troviamo, ad esempio, nelle lezioni piemontesi, in cui il giovane è condannato a pagare cento scudi; al che risponde: «Ne pagherò anche duecento / ho baciato la bionda e il mio cuore è contento».
Altra soluzione atipica nella lezione di Toano: il medico (l'autorità a cui in questo caso la madre si è rivolta), alla domanda della madre stessa di dirle di che malattia soffre la figlia, risponde:
«Ha il mal dei nove mesi
quel dei dieci guarirà.»
Anche da un punto di vista melodico, infine, le differenze tra le varie lezioni sono contenute, a conferma della tesi che si tratti appunto di canto relativamente recente.
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Giorgio Vacchi