O Santa Madre
Circa la metà dei canti d'argomento religioso che abbiamo incontrato nelle nostre ricerche è dedicata alla Madonna, da cui la scelta del titolo dato alla raccolta (che è anche il titolo del primo canto). "O Santa Madre" racchiude in sé il senso della devozione popolare che in un percorso di fede vede come interlocutrice privilegiata la figura della Madonna. Il canto era eseguito fuori e dentro le chiese delle nostre campagne ed era molto diffuso nel secolo scorso. Tempi ben più lontani hanno invece visto la nascita di "Maria Maddalena" , un canto in forma di dialogo, con testo in parte in dialetto, eseguito come "ballata" (così si definisce un canto che racconta una storia) durante le serate di "veglia" nella stalla. E ancora in forma di ballata "Ci vuol pazienza", che narra la "pazienza santa" di Maria e Giuseppe nel loro viaggio verso Betlemme e la nascita di Gesù. Sempre al Natale fanno riferimento i successivi due canti. "Sia lodà" (eseguito dalle sole voci femminili) chissà da quanto tempo preesisteva come ninna nanna. Quando, al posto del bambino nella culla, qualcuno ha messo Gesù Bambino, eccolo trasformarsi in canto natalizio. Anche nel caso di "San Giuseppe" siamo testimoni del viaggio verso Betlemme della Sacra Famiglia e, dopo la nascita di Gesù, dell'accorrere dei pastori verso la capanna. Ed ecco una versione singolare del "Magnificat" (interpretata da soli uomini) che ogni anno viene cantata "a popolo" durante una festa alla Chiesa Vecchia di Castiglione dei Pepoli. Voci possenti e un po' "sopra le righe" che dialogano con i versetti in gregoriano cantati dal sacerdote. Segue una delle ballate più complete, tra quelle trovate durante la ricerca, in cui si narra la storia di "Santa Lucia" con grande ricchezza di particolari. Mischiati insieme troviamo elementi storici e invenzioni fantasiose: ne risulta un racconto in musica vivo ed avvincente. E ancora, dal lontano passato, due canti legati alla figura dei Re Magi. Il primo, "La santa notte", ci parla del viaggio dei Magi al seguito della stella. Nel secondo i "Tre re d'oriente" raccontano in prima persona il loro omaggio al Re dei Giudei. Con "Vieni vieni" ci avviciniamo ai nostri tempi e abbandoniamo il linguaggio semplice e popolare per approdare a testi più dotti e altisonanti. L'invito è rivolto direttamente al "pietoso Iddio" e si avvale di un andamento musicale spiccatamente processionale. All'inizio del secolo scorso erano molto frequentati alcuni santuari nel Bolognese, e ad essi vennero dedicate composizioni musicali che erano cantate durante i pellegrinaggi. E' il caso di questo "Inno alla B.V. dell'Acero" legato al santuario molto caro alla gente delle valli del Reno e del Limentra. Segue una composizione su testo del grande Metastasio (dedicata al rito della Via Crucis del venerdì santo), che inizia con le parole "Teco vorrei Signore" . Canto dolorosamente solenne e dalle caratteristiche un po' "melodrammatiche" in uso fino alla metà del secolo scorso. Ancora un santuario e ancora una composizione: "Inno alla B.V. di Calvigi". L'andamento è sempre quello processionale e il linguaggio un po' retorico: ma nel testo troviamo grande attenzione per la realtà locale e addirittura per le problematiche sociali del territorio. Segue il "Piccolo corale popolare" una semplice preghiera di ringraziamento, in dialetto bolognese, per i tanti doni ricevuti; il mondo che mi circonda, la gente che ho attorno, l'amico che mi è vicino. Così ho preso il suo numero telefonico e l'ho trasformato nella linea melodica della composizione (in musica i gradi della scala diatonica sono numerati dall'uno all'otto). Di "Dell'aurora", canto mariano molto diffuso nel Bolognese ancor oggi, è tuttora vivo in me il ricordo del piacere, quasi fisico, quando da bambino lo cantavo durante il mese di maggio. Per ultimo "Pastori": una composizione pensata seguendo puntigliosamente, sia come testo che come musica, le regole (mai scritte) con le quali nasceva, nella sincerità e semplicità, il canto popolare. Buon ascolto.
Giorgio Vacchi
Il Coro Stelutis ringrazia per la collaborazione la Fondazione Carlo, Aldo , Alice e Maria Stella Tartarotti di Trento.
La Fondazione Carlo, Aldo, Alice e Maria Stella Tartarotti è lieta di poter partecipare alla realizzazione di questa importante e benemerita iniziativa del Coro Stelutis dedicata ai canti popolari di ispirazione religiosa del bolognese, nell'ambito delle ricerche sul canto popolare cui da decenni il Coro si impegna appassionatamente sotto la direzione del Maestro Giorgio Vacchi.
La Professoressa Alice Tartarotti, di nota e stimata famiglia trentina, insegnante di musica e mecenate generosa e lungimirante, ha voluto istituire e finanziare la Fondazione, anche in onore dei suoi amati fratelli, allo scopo di dedicare sostegno alla cultura musicale in ogni suo aspetto, non ultimo l'aiuto alla conservazione di documenti della tradizione musicale italiana.
La Fondazione attua concretamente la volontà della fondatrice ed è pertanto molto grata al Coro Stelutis, che gliene dà occasione con la sua vasta opera di ricerca, studio e raccolta di fonti orali tanto particolari quanto importanti per la conservazione del patrimonio musicale della sua terra.
Flavio Casotti
Presidente