...Semplicemente cantando
Una licenza per la "memoria storica":
nella retrocopertina dell'LP sono raffigurati i tre distintivi del Coro, dalla nascita ad oggi.
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Il distintivo "fatto in casa" con un ritaglio di "panno lenci" e una stella artificiale acquistata in piazza Galvani nella bottega dei fiori finti (fino alla fine degli anni '50)
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La stella di smalto acquistata presso la ditta Ragni di Torino (fino alla fine degli anni '60)
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Il distintivo, che nasce dalla sovrapposizione del logo "coroStelutis" di Silvio Vacchi alla vecchia stella alpina, e stato realizzato dalla ditta Ragni di Torino (fino ad oggi)
Sono trascorsi tre anni dal precedente disco del Coro "Stelutis" ("Canti della nostra terra" - EMI 054-18089) nel quale trapelava l'interesse che il nostro Coro già allora nutriva per il canto emiliano: interesse che è andato aumentando ed ha monopolizzato l'attività di questo triennio.
Per merito anche di numerosi amici dell'A.E.R.CO (Associazione Emiliano-Romagnola Cori), che qui vogliamo ringraziare, abbiamo potuto ascoltare e raccogliere decine e decine di canti dalla voce di chi ancora, ma quanto ahimè raro, è portatore di una cultura orale un tempo fiorente.
Abbiamo così progredito nella conoscenza delle tematiche diffuse nell'area emiliana ma principalmente della vocalità propria della nostra regione, che rende un nostro canto tanto dissimile da quelli di zone anche limitrofe.
Qui si esaspera l'uso di vocali aperte, che evidenziano i melismi e costringono ad un'intonazione puntigliosa, inoltre si sfrutta in una gamma più acuta l'emissione di "gola" che dà potenza e durezza ai suoni.
Si privilegia l'uso dei solisti in contrapposizione timbrica e dinamica col "tutti" mentre si pone l'accento sull'importanza della "frase" che, mai schiava del ritmo, diventa cellula espressiva nell'ambito della melodia.
Elementi questi che, qualora vogliano (e non necessariamente debbano!) apparire nel corso della composizione corale allorché ci si prefigga una caratterizzazione regionale, non mirano al raggiungimento di facili effetti folkloristici ma tendono a quella differenziazione espressiva che avvicini al pubblico i contenuti originali.
L'inserimento infine dell'unico canto non emiliano, cioè il "Canto dei battipali", è sintomo di un nostro particolare interesse per un filone estremamente avvincente del canto popolare,quello dei canti di lavoro, di cui il canto veneziano è esempio affascinante.
Giorgio Vacchi