Ma torniamo all’argomento

Nella nostra regione, il materiale a stampa vede in primo piano ricercatori come il Ferraro, il Borgatti, il Trebbi, l’Ungarelli, il Balilla-Pratella e, più vicino a noi, il Conati, il Cammelli, lo Iannone, l’Artocchini, la Giusti, lo Stefanati e la Vitali.

Oltre questi, ricordiamo i numerosi autori di raccolte nelle quali c’è una parte riguardante l’Emilia-Romagna: Pasolini, Cocchiara, Leydi, Vettori ecc.

Come veniva archiviato questo materiale?
Principalmente secondo due direttrici:

  • la prima teneva conto solo della provenienza dei canti mentre
  • la seconda tendeva a riunire assieme i canti con la stessa “forma” o “funzione” (canti narrativi, canti sociali, canti di questua, filastrocche infantili ecc.).

Senz’altro quest’ultima agevola l’analisi comparata, almeno dei testi; e qui sta il problema, giacché, per quanto concerne la melodia, l’analisi è spessissimo completamente trascurata e, qualora ci si fosse avventurati in questa “terra di nessuno”, ci si sarebbe trovati di fronte a tentativi o sperimentazioni, senza una metodologia chiara e collaudata.

Il fatto è che, quando si archivia del materiale, bisogna far sì che esso sia predisposto a sottostare a tutte le possibili comparazioni, tanto più quanto più grande sarà il numero delle lezioni da confrontare.