Dormi!
Questa incisione, ultima di una lunga serie, che testimonia nel tempo l'appassionato lavoro di Giorgio Vacchi, vede la luce a poche settimane dalla sua scomparsa.
Egli ne aveva ideato l'argomento, curato il repertorio, iniziato la preparazione.
La sorte ha, così, voluto che si acuisse il nostro rimpianto.
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Quando, pochi giorni dopo la sua nascita, mia figlia tornò a casa, le feci trovare la sua ninna nanna. Mi sembrava una cosa importante e infatti gliela cantavo con la chitarra, molto tempo prima di trasformarla per coro nella versione attuale intitolata "Dormi bel bambino, dormi”.
Anche “Ciuffettino” è d'autore. Ce lo ha regalato il compositore emiliano Giovanni Veneri che da sempre , fra i musicisti italiani, ha privilegiato lo strumento coro. Un velo di tristezza e di malinconia grava su questa ninna nanna delicata e struggente, non priva di inquietudine. Di canti simili ha bisogno il repertorio corale italiano per arricchirsi.
L'Europa intera si riconosce da tre secoli in questa melodia di Brahms. Così semplice, impreziosita dalla presenza delle sole voci femminili, è la "madre" di tutte le ninne nanne.
Ed ora le ninne nanne popolari. Cominciamo con quelle più vicine a noi dove affiorano le tante dolorose realtà della madre nel mondo contadino.
Vi si trovano anche momenti di dolcezza, ma sovrastati dalla dura quotidianità della condizione femminile:
"Fa la nana", "Ninna nanna ferrarese" e "Ninna nanna di Medicina".
Seguono due brani che rappresentano la frequente trasformazione delle ninne nanne in canti natalizi: "Alla grotta", armonizzato da Fedele Fantuzzi e proveniente da Scandiano (RE), e la "Ninna nanna di Trefiumi", ritrovata nell' Appennino parmense e armonizzata da Giacomo Monica.
Allontanandosi dalla nostra regione incontriamo "Fé le nane", una ninna nanna veneta; qui troviamo qualche nuovo protagonista, vedi l'ortolana, che prende il posto dei tanti muratori delle canzoni precedenti.
Con la "Ninna nanna della Val Lagarina" presentiamo un doveroso omaggio al canto trentino con una delle più belle ninne nanne in senso assoluto, dovuta alla magistrale elaborazione di Renato Dionisi.
Dirigendosi verso il sud ecco "Nanna", canto abruzzese di diversa atmosfera. Vi appaiono figure che incutono paura: il lupo che sbrana le pecore ci allontana repentinamente dagli orizzonti sereni di altre ninne nanne.
Con "Dormi mia bella, dormi", invece, siamo di fronte ad una ninna nanna atipica; si tratta di un semplice omaggio all'amata: "Quando sarai mamma non dormirai così".
Dopo il sonno, il rapporto privilegiato del bambino con la mamma prosegue al risveglio con questa 'Preghiera del mattino", un'orazione in dialetto che lo protegga da tutti mali.
Giorgio Vacchi